Giuria

Chiara Bersani
Chiara Bersani è un’artista italiana attiva negli ambiti delle arti visive e performative. Il suo percorso formativo si svolge prevalentemente nel campo della ricerca teatrale con contaminazioni dalla danza contemporanea e dalla performing art. In qualità di attrice / performer ha collaborato con importanti realtà della scena contemporanea europea tra cui Lenz Rifrazioni (IT), Alessandro Sciarroni / Corpoceleste_C.C.00 (IT), La Tristura (E), Rodrigo Garcia (E), Jérôme Bel (FR), Babilonia Teatri (IT). La sua opera autoriale più importante, Family Tree, ha ricevuto diversi riconoscimenti nazionali tra cui il premio Prospettiva Danza 2011 e l’inserimento della pièce all’interno della Nuova Piattaforma della Danza Italiana 2014. Affetta da una forma medio-grave di osteogenesi imperfetta si interessa al significato politico dei corpi avviando nel 2013 un progetto di ricerca articolato in tre esperimenti performativi che verranno presentati al pubblico tra l’agosto 2015 e il settembre 2016: Tell Me More (performance con un coro di 8 voci maschili); Miracle Blade (movie con una famiglia disfunzionale) e Goodnight Peeping Tom (performance con un giovane uomo, una giovane donna, una persona disabile, una pornoattrice, un transgender).

Davide Turrini
Davide Turrini è giornalista, critico cinematografico (se ancora significa qualcosa), sceneggiatore, autore radiofonico, sfiora i 40 anni e spera di non ritrovarsi mai nei panni di Ben Stiller in Giovani si diventa, ma di rimanere bergmaniano tutta la vita. Bulimia cinefila a tratti (in questi mesi tutto Peter Weir e i film con Lino Ventura), apprezzamenti per i primi Sorrentino (quando non se lo cagava nessuno) e il Woody Allen pre 1992 (dogma irrefutabile non compreso dagli under 30), non accetta discorsi sul post moderno al cinema se non corredati da un certificato medico di sanità mentale dell’estensore dei discorsi suddetti. Testate che lo hanno accolto (Liberazione, Cinematografo, Carnet, Film Tv, Primissima. ZIC) e quelle che continuano a farlo (IlFattoquotidiano.it, spietati.it, Segnocinema). Adora i beagle anche perché parlano e recitano meglio di Leonardo Di Caprio. Twitter @davide_turrini

Mick Hannigan
Mick Hannigan è co-direttore del Festival del Cinema IndieCork, un evento che ha fondato con una Feely nel 2013. Per molti anni è stato il direttore del Cork Film Festival, portandolo a essere il più importante festival di cortometraggi in Irlanda. Ha inoltre fondato e diretto l’Irish Film Centre. Successivamente, per tredici anni, ha gestito il Kino Arthouse Cinema di Cork. È stato membro dei consigli di amministrazione della Federation of Irish Film Societies, dell’Irish Film Institute e dell’Irish Film Board. Si è sempre impegnato per la diffusione e la valorizzazione del cortometraggio come forma d’arte. Nel 2005 ha organizzato un simposio internazionale di tre giorni interamente dedicato al cortometraggio all’interno degli eventi di Cork Capitale Europea della Cultura.

Monika Bulaj
Monika Bulaj è fotografa, reporter, documentarista. La sua ricerca si muove tra confini delle fedi (mistica, archetipi, divinazione, possessione, pellegrinaggi, corpo, culto dei morti), minoranze, popoli nomadi, migranti, intoccabili, diseredati, in Asia, Europa e Africa. Di madrelingua polacca, parla italiano, francese, inglese, tedesco, russo e altre lingue slave, un po’ di spagnolo e studia arabo e persiano. Sono circa sessanta le mostre delle sue opere allestite in numerose città di tutto il mondo, da New York al Cairo. Nel corso della sua carriera ha collaborato con: Corriere della Sera, GEO; Il Venerdi di Repubblica; National Geographic; Freundin; TEATR (Polonia); EAST – European and Asian Strategies; Courrier International; La Repubblica; D – La Repubblica delle Donne; Io Donna – Corriere della Sera; Gazeta Wyborcza; Internazionale; Avvenire; Famiglia Cristiana; Il Piccolo. Ha inoltre pubblicato i seguenti libri: Libya felix, Mondadori 2002; Donne, storie e progetti, Alinari 2004; Gerusalemme perduta, Frassinelli 2005; Figli di Noe, Frassinelli 2006; Rebecca e la pioggia, Frassinelli 2007; On the Move, Skira 2007; Genti di Dio. Viaggio nell’Altra Europa, con la prefazione di Moni Ovadia, Frassinelli 2008; NUR. La luce nascosta dell’Afghanistan, Electa-Mondadori 2013. Si è aggiudicata numerosi premi internazionali, tra cui il Grant in Visual Arts 2005 da parte di European Association for Jewish Culture; il Premio Francesco Gelmi di Caporiacco 2008; il Premio Chatwin 2009 “Occhio assoluto”; l’Aftermath Project Grant 2010; il Premio Luchetta-Hrovatin 2011; il TEDGlobal Fellowship 2011; il Premio Tomizza 2012; il Premio Città di Trieste al Reportage 2012; il Premio autore friulano FIAF 2012.

Teho Teardo
Teho Teardo è compositore, musicista e sound designer. Si è dedicato all’attività concertistica e discografica pubblicando diversi album con i quali ha indagato il rapporto tra musica elettronica e strumenti tradizionali. Vanta collaborazioni importanti come musicista prima ancora che come autore: negli anni Novanta, con il suo primo gruppo, i Meathead, ha suonato con Cop Shoot Cop, Lydia Lunch, Erik Friedlander (Masada/J. Zorn) e Mick Harris (ex Napalm Death), dando vita a diversi progetti musicali, tra i quali: i Matera, con lo stesso Mick Harris; gli Here, con Jim Coleman (Cop Shoot Cop, Foetus) e gli Operator, con Scott Mccloud (Girls Against Boys). Rilevante il suo impegno nel mondo del cinema. Teardo ha realizzato le colonne sonore di film dei più importanti registi italiani: Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino, Andrea Molaioli, Guido Chiesa, Daniele Vicari, Stefano Incerti e Claudio Cupellini tra i tanti, divenendo nel giro di pochi anni un riferimento per la musica al cinema. Ne sono testimonianza i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, primo fra tutti il David di Donatello per il film Il Divo di Paolo Sorrentino, ma anche il Nastro d’Argento per Lavorare con lentezza e L’amico di famiglia e, sempre grazie alle musiche composte per Lavorare con lentezza, il Ciak d’Oro nel 2005. Nel 2009 si è aggiudicato il Premio Ennio Morricone. La sua attività per il cinema è proseguita con la colonna sonora del film Diaz di Daniele Vicari, premiato al Festival di Berlino. Con lo stesso regista ha lavorato al documentario La nave dolce presentato con successo di critica alla Mostra del Cinema di Venezia. Tra gli altri suoi più importanti lavori in questo ambito si ricordano le colonne sonore di: Il gioiellino di Andrea Molaioli; Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo e Guido Gabrielli (premio come miglior film all’edizione 2012 del Torino Film Festival); La voce di Berlinguer e Senza Lucio di Mario Sesti; Triangle di Costanza Quadriglio. Con il violoncellista Mario Brunello ha realizzato il progetto Bach: Street View, una rilettura de L’Arte della fuga di Bach, mentre con Erik Friedlander ha registrato Giorni rubati, album ispirato alla poesia di Pasolini. La collaborazione con il fotografo francese Charles Fréger ha portato all’allestimento di un progetto live presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma e poi pubblicato con il titolo di Music for Wilder Mann dall’etichetta Specula Records. Il disco vanta la collaborazione del Balanescu Quartet, di Erik Friedlander e Julia Kent. Numerose le esperienze di rilievo anche in ambito teatrale: Teardo ha curato le musiche per Rooms, spettacolo della compagnia Motus e realizzato con la Socìetas Raffaello Sanzio lo spettacolo Ingiuria, al quale hanno partecipato anche il violinista Alexander Balanescu e Blixa Bargeld, leader degli Einstürzende Neubauten. Con quest’ultimo ha inoltre scritto e pubblicato un album di canzoni dal titolo Still Smiling e l’EP Spring!. Insieme a Elio Germano ha realizzato lo spettacolo Viaggio al termine della notte, tratto dal capolavoro di Céline. Ha composto le musiche di Ballyturk, opera teatrale di Enda Walsh (nell’album omonimo poi pubblicato compaiono anche Joe Lally, ex Fugazi, Lori Goldston, ex violoncellista dei Nirvana, e Cillian Murphy come voce narrante) e quelle per lo spettacolo The Matchbox di Joan Sheehy. Tra i suoi ultimi lavori, si ricorda la composizione e l’esecuzione dal vivo di tre colonne sonore di film di Man Ray (Villa Manin, Museo del Cinema di Torino, Museo MAXXI di Roma e Galway in Irlanda) e la pubblicazione dell’album Le retour à la raison.