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Venerdì 28, h 17.45, presso Palazzo Ex Enel, via Santa Franca 56, Piacenza

Capita di andare in un museo, osservare un’opera di video-arte e trovarsi a pensare: “beh, ma questo è un film!”. E di contro succede di andare al cinema, accomodarsi in poltrona, e una volta usciti esclamare: “beh, ma questa era un’opera d’arte!”. I confini tra cinema e arte visuale sono in effetti da sempre molto labili: dai tempi delle sperimentazioni di dadaisti e surrealisti, arrivando fino ai giorni nostri, il processo di mescolamento, fusione e intreccio fra le due discipline si è evoluto secondo molteplici direttrici. A volte spiazzando un pubblico che, per volontà di semplificazione, si ferma alla necessità dell’etichetta: se è cinema non è arte, se è arte non è cinema. A Concorto affrontiamo questo tema nel corso di un talk con i Masbedo, al secolo Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni, attivi sulla scena dell’arte contemporanea dal 1999. In oltre quindici anni di carriera i Masbedo hanno elaborato performance e realizzato opere di video-arte esposte in alcuni tra i musei e le istituzioni più importanti d’Italia e d’Europa; hanno preso parte al Padiglione Italia della Biennale di Venezia del 2009; hanno collaborato con artisti come Jan Fabre, scrittori come Walter Siti e Michel Houellebecq, musicisti come Marlene Kuntz e Gianni Maroccolo, attrici come Fannie Ardant e Juliette Binoche. Hanno partecipato a tre diverse edizioni del Festival del Cinema di Locarno (nel 2006 sono stati gli unici artisti ad essere proiettati nella location principale di Piazza Grande) e sono stati per due volte ospiti delle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel 2012 con il docu-film Tralalà; nel 2014 con il loro primo lungometraggio, The Lack. 
Oggi stanno preparando, tra diversi altri nuovi progetti, la regia e le scenografie video per Il flauto magico prossimamente in scena all’Arena di Verona. 
Chi sono allora i Masbedo? Video-artisti? Certamente. Registi? Chiaro. Perfomer? Anche. Cos’altro? La loro esperienza, portata dal vivo a Concorto, ci insegna a uscire dagli schemi e dai facili preconcetti dettati dalla critica e dal mercato, a guardare all’ambito della creatività in modo meno didascalico e accademico. Come confermano i due lavori che i Masbedo portano a Piacenza e commentano insieme al pubblico: Distante un padre (2010), su sceneggiatura di Aldo Nove e con musiche dei Marlene Kuntz; e poi Person (2008). 
Cortometraggi o opere di video-arte? Chissà. E se si trattasse, in fondo, di una domanda sbagliata?