A cura di Virginia Carolfi e Margherita Fontana
Quest’anno Concorto rivolge lo sguardo su un nostro “vicino lontano”: uno dei focus geografici di quest’anno è infatti dedicato alla Russia e alla sua interessante cinematografia contemporanea. Un paese-continente, un mosaico di 160 gruppi etnici differenti, la Russia ha rappresentato nel corso della storia un interlocutore imprescindibile per l’Europa sul piano politico e culturale.
Con lo scoccare del XXI secolo il cinema russo ha vissuto una sorta di “rinascimento”. Registi come Andrei Zvyagintsev e Aleksandr Sokurov hanno iniziato a ricevere prestigio internazionale. Oggi, la cinematografia russa si è ristabilita con forza come una potenza attraverso la combinazione di numerosi elementi tratti dai classici sovietici e del proprio stile contemporaneo.
Il cinema russo, come tutte le forme d’arte russa, presenta una serie di temi ricorrenti. Il misticismo, l’indagine psicologica, il simbolismo, l’ironia e altri elementi oscuri compaiono sullo schermo con la stessa frequenza che nelle pagine di Dostoevskij. Come i grandi autori russi hanno plasmato il loro linguaggio ispirandosi a Pushkin, così il linguaggio cinematografico formulato da Andrei Tarkovskij è virtualmente reperibile in numerose opere di spessore realizzate oggi.
L’ambizione del nostro focus geografico è intercettare le espressioni artistiche contemporanee che raccontano ai nostri occhi realtà complesse di questo nostro “vicino lontano”, parlandoci allo stesso tempo di temi universali incentrati sull’umano e sulle sue relazioni. L’intento è cogliere la “Русская душа / russkaja dusha” (l’anima russa) nella sua caleidoscopica mutevolezza; dalle livide atmosfere metropolitane alla steppa sterminata e affascinante, dalla poesia del quotidiano al seme di irresistibile e infantile follia che da sempre contraddistingue questa nazione a cavallo tra Europa e Asia, senza dimenticare la celeberrima scuola di animazione russa che raccoglie plausi fin dai tempi dell’Unione Sovietica.
Prendiamo come punti di riferimento film come Closeness di Kantemir Balagov o Loveless di Andrei Zvyaginstev, entrambi premiati a Cannes nel 2017, espressione di un cinema potente dal punto di vista visivo ed emotivo, capace di parlare della crisi dei valori della Russia contemporanea attraverso vicende personalissime. Ma anche straordinari documentari come The Celestial Wives of Meadow Mari di Aleksej Fedorchenko, che ci racconta storie al limite del fiabesco legate alle tradizioni di una delle tante popolazioni che compongono il crogiuolo russo.
I cortometraggi che abbiamo selezionato hanno l’ambizione di rispecchiare lo stato del cinema russo dei giorni nostri che continua ad occupare un posto di prestigio e rilievo nella eterogeneità delle espressioni artistiche attuali. La nostra attenzione si è concentrata sulle piccole storie di un grande Paese, sulle relazioni personali e familiari, vicende paradossali, esilaranti, drammatiche e toccanti.
D’altra parte, se lo stesso Herzog si è perso nella sconfinata Siberia con Bells from the Deep, perché non farlo anche noi?
INNOCENT di Denis Simachev (2018)
IVAN AND IVAN di Philipp Abryutin (2009)
LALAJ-BALALAJ (Merry-go-round) di Ruslan Bratov (2017)
LIONELLA di Sergey Borovkov (2018)
LISTEN PAPA di Olga Poliektova, Tatiana Poliektova (2018)
OJ! di Alla Eliseeva (2016)
OLD GOAT di Georgiy Boldugerov (2018)
PROVERKA (Inspection) di Gala Sukhanova (2013)
RODNIE di Vladimir Nepevny (2018)
SPRING di Nathalia Konchalovsky (2018)
THE FIRST THUNDER di Anastasia Melikhova (2017)
WAR & CHEESE di Ben Garfield (2016)