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Un workshop fotografico di Monika Bulaj

28-29 agosto 
Palazzo Ghizzoni Nasalli
Vicolo Serafini 12 
Piacenza 

Max 15 persone 
Iscrizione fino a esaurimento posti

Per info & iscrizioni francesco.barbieri@concorto.com

Il workshop
La parola “scrittura” in riferimento al reportage fotografico può sembrare paradossale o addirittura insensata. È come scrivere l’icona, esplorando il canone della forma scelta e lasciando che sia la realtà stessa a impregnarci come una spugna. Come se l’immagine, l’icona, appunto, fosse un testo dettato da qualcun altro. Non ha nulla a che fare con la mistica, è un processo creativo interiore, un percorso artistico che usa unicamente la realtà come la materia dell’indagine. La realtà che per i grandi maestri del reportage è più sorprendente e più misteriosa della nostra stessa immaginazione.

Punto fermo del workshop sarà la non-finzione, il reportage, ciò che nella scrittura è chiamato “creative non-fiction“. I riferimenti saranno, tra i tanti, i film di Tarkowski e i Caprichos di Goya, le foto di Koudelka e le poesie haiku, la Medea di Euripide.
Verranno studiati: la composizione, il ritmo, le sequenze, i contrappunti. Verrà individuata una partitura narrativa forte, anche al di là dell’insieme delle singole fotografie. Grande importanza avrà il confronto e la lettura collettiva di ogni lavoro.

Il metodo
“Non conosco nessun metodo se non quello di mettersi ogni giorno in discussione, mettendo al centro della visione l’attenzione pura, quasi infantile, profondamente intuitiva, alla realtà. La fotografia è per me una questione di impegno, di pratica (la téchne dei greci, dunque, “l’arte” ma anche “il saper fare”), di meditazione, di sensibilità e di pazienza. Credo che tutto questo vada sviluppato, facendo tesoro della conoscenza e soprattutto degli errori, ma solo per dimenticarli e per rimettersi, nudi, nel gioco, ripartendo ogni alba daccapo.
Partiremo dalla base, dai punti cardinali dell’immagine: il Tempo e lo Spazio, in senso filosofico, visivo e squisitamente tecnico.
Parleremo di come ritagliare, inquadrare, selezionare il reale, quindi  come utilizzare lo sguardo, la soggettività, il vedere quello che gli altri semplicemente guardano.
Il punto di riferimento nel nostro studio sarà l’analisi delle fotografie dei maestri, dei vostri portfoli, e del mio lavoro.
Lavoreremo sulla capacità di vedere la realtà senza trasformarla, senza influenzarla e senza mentire. Quindi, di conseguenza, parleremo anche dell’etica nel reportage, dell’onestà, e delle questioni morali della post-produzione.
Ma anche dell’evoluzione del reportage nella storia dell’immagine, dell’indagine giornalistica e documentaristica. Delle sue sfumature, trasformazioni e linguaggi. Rifletteremo su come le scelte tecniche e intellettuali trasformano il linguaggio e il modo di raccontare la storia, attraverso l’uso di grandi e piccoli formati, pellicola o digitale. La lettura portfolio collettiva è la base dell’incontro.”
Monika Bulaj

La tecnica
Il workshop è aperto anche per chi lavora unicamente in analogico, anzi, la conoscenza della camera oscura è fortemente incoraggiata e felicemente accolta.
E’ richiesta una sola storia in 12 immagini.
Per partecipare occorrono:
– le stampe analogiche per chi è in grado di portarle
oppure
– le proiezioni digitali in formato jpg, 1024 cm lato lungo, qualità 12, 250 dpi. Il materiale può essere fornito anche su chiavetta USB
E’ necessaria la conoscenza base dell’elaborazione dei file dng/raw e dell’archiviazione digitale

Monika Bulaj
Fotografa, reporter e documentarista, Monika Bulaj (Varsavia, 1966) pubblica da diversi anni reportage sui confini estremi delle fedi, sulle minoranze etniche, i popoli nomadi, i migranti, gli intoccabili e i diseredati in Asia, Africa ed Europa. Ha diretto e sceneggiato il film documentario “Figli di Noè” e ha firmato la sceneggiatura di “Romani Rat 2002″, diretto da Maurizio Orlandi e incentrato sullo sterminio dei Rom da parte del regime nazista. Tra le tante testate giornalistiche italiane e straniere con cui ha collaborato: “Corriere della Sera”, “GEO”, “National Geographic”, “Courrier International”, “La Repubblica”, “D – La Repubblica delle Donne”, “Il Venerdì di Repubblica”, “Io Donna – Corriere della Sera”, “Gazeta Wyborcza”.
Insignita di numerosi riconoscimenti, ha all’attivo anche una costante attività didattica e circa 60 mostre fotografiche tra New York e Il Cairo.
Monika Bulaj sarà membro della giuria dell’edizione 2015 di Concorto Film Festival.

“Il mio obiettivo – ha asserito in occasione della TED Global Fellowship 2011 – è quello di dare voce alle persone silenziose, per mostrare le luci nascoste dietro il sipario del grande gioco, i piccoli mondi ignorati dai media e dai profeti di un conflitto globale”.

Attualmente sta portando in diverse città italiane, oltre alla mostra fotografica, lo spettacolo “NUR Appunti afghani”- tratto dal libro “NUR La luce nascosta dell’Afghanistan”, pubblicato da Electa a fine 2013. Il 19 novembre 2014 le è stato consegnato il Premio Nazionale “Nonviolenza” – Ed. 2014, per la prima volta assegnato a una donna.
Per maggiori informazioni: www.monikabulaj.com