a cura di Claudia Praolini
Attraverso i focus tematici, il Festival si propone di indagare di volta in volta fenomeni ed aspetti della realtà attuale che rappresentano lo specchio dei desideri e delle contraddizioni che insieme formano la complessità della natura umana. All’interno di questa direttrice non poteva mancare quest’anno una ricerca sulla relazione tra l’essere umano e la natura attraverso la proposta di una serie di cortometraggi che analizzino questa relazione articolata, anche considerando che oggi l’aspetto primario di questo rapporto si condensa sull’utilizzo sfrenato delle risorse e sulla rottura di un equilibrio globale di cui si registrano i pesanti effetti già da molti anni.
Il pianeta è in pericolo a causa delle modifiche apportate dall’essere umano, che ormai ha modificato il 77% delle terre emerse, spesso smembrando la natura per fare spazio a complessi residenziali, industriali o commerciali, ma anche per fare spazio ad allevamenti di bestiame e attività agricole. Solo il 23% dei territori mondiali sono ancora integri, e a preoccupare gli esperti è il trend in crescita esponenziale: dal 1990 a oggi l’essere umano ha devastato 3,3 milioni di kmq di territorio. Il territorio mondiale etichettato come “wilderness” – definizione di “natura selvaggia” – ovvero quelle aree dove attualmente non si registrano attività umane invasive, agricoltura compresa, è in costante diminuzione, ormai rappresenta solo il 23% del pianeta.
In visione:
Ate Onde O Mundo Alcanca (Aux Confins Du Monde) di Daniel Frota De Abreu,Brasile, Paesi Bassi, Belgio, 2023
Even Tide di Francesco Clerici, Italia, Svizzera, 2023
Puffling di Jessica Bishopp, Regno Unito, Stati Uniti, Islanda, 2023
Voyage De Documentation De Madame Anita Conti (The Documentary Journey Of Madame Anita Conti) di Louise Hemon, Francia, 2024